Libertà e sicurezza

Parigi, una donna velata grida Allahu Akbar, polizia spara.

Il titolo dell’ANSA come prima impressione mi offre una immagine di società assediata, direi quasi in stato di guerra. Basta poco per scatenare una repressione che può arrivare a togliere la vita è il primo pensiero che mi viene. Fortunatamente non è così, leggete l’articolo. Sappiamo che i titoli servono per invogliare il lettore a leggere sorbendosi di conseguenza le pubblicità connesse. In ogni caso questo articolo mi ha portato a riprendere ancora una volta quel binomio tanto importante: libertà e sicurezza.

Il sociologo Zygmunt Bauman scrive in più occasioni che sicurezza e libertà sono come poste su due piatti della stessa bilancia. Se aumenta la libertà delle persone aumenta conseguentemente anche l’insicurezza. D’altra parte se vogliamo aumentare la sicurezza dobbiamo in qualche modo aumentare i controlli limitando le libertà.

.. i due elementi senza i quali l’esistenza umana è assai dura da sopportare, libertà e sicurezza, entrambi in pari modo pressanti e indispesabili sono molto difficili da conciliare senza attriti a volte attriti molto forti. Questi due elementi sono al contempo complementari e incompatibili ..
L’acquisizione della sicurezza impone sempre il sacrificio della libertà, mentre quest’ultima può espandersi solo a spese della sicurezza. Ma la sicurezza senza libertà equivale alla schiavitù .. mentre la libertà senza sicurezza equivale ad essere abbandonati a se stessi.1

In un suo scritto pubblicato su L’Espresso del 24-5-2012 afferma sul tema:

Un secolo fa la storia umana veniva spesso rappresentata come storia del progredire della libertà, quasi fosse costantemente guidata in un’unica, immutabile direzione. Ma oggi i nuovi umori popolari indicano altrimenti. Il cammino della storia, ricorda più la traiettoria di un pendolo che una linea retta. Ai tempi in cui scriveva Freud ci si lamentava della mancanza di libertà, i suoi contemporanei erano pronti a rinunciare a gran parte della loro sicurezza in cambio dell’eliminazione dei vincoli imposti alle loro libertà. E lo hanno fatto. Ora però si moltiplicano i segnali secondo cui le persone rinuncerebbero a parte della propria libertà pur di essere emancipate dallo spettro dell’insicurezza esistenziale.

Le Società sono costantemente alla ricerca di modalità atte a conciliare libertà e sicurezza, quanta libertà e quanta sicurezza sono compatibili con il benessere sociale e delle persone. Le forze politiche sono sempre in conflitto una con l’altra su questa definizione anche se tutte sostengono la libertà (a volte anche nel nome) appaggiando fortemente la sicurezza, oppure fanno della sicurezza un caposaldo dei loro programmi difendendo a spada tratta la libertà.

La conciliazione di libertà e sicurezza è un biettivo difficile da raggiungere, forse impossibile, ma solitamente le forze politiche non ritengono fondamentale che i programmi e i loro slogan siano effettivamente realizzabili. Bauman conclude la riflessione sottolineando che quando si parla di sacrificio della libertà in nome della sicurezza, o della sicurezza in nome della libertà, ci si riferisce di norma alla libertà o alla sicurezza altrui.

  1. Zygmunt Bauman, Voglia di comunità, GLF Editori Laterza, Bari-Roma, 2001, p. 20 ↩︎

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