Giovani e solidarietà: l’arte dell’essere insieme secondo Richard Sennett

Le immagini di giovani italiani che spalano fango a Valencia, raccontate dall’articolo di Repubblica1, sono un esempio vivido di come la cooperazione sia un elemento fondamentale per affrontare le sfide collettive. Questi ragazzi, molti dei quali studenti Erasmus, si sono messi al servizio di una comunità colpita dall’alluvione, dimostrando che la solidarietà non conosce confini geografici.

Ma cosa ci dice la sociologia sulla cooperazione? Richard Sennett, nel suo libro Insieme2, ci aiuta a comprendere meglio il significato profondo di queste azioni. Egli descrive la cooperazione come un’arte che va oltre il semplice aiuto: è una capacità complessa, che si apprende e si pratica, e che si fonda sull’ascolto, sull’empatia e sulla valorizzazione delle differenze.

Il dialogo oltre le parole

Come sottolinea Sennett, la cooperazione non avviene solo attraverso il linguaggio verbale, ma anche tramite azioni concrete e segnali emotivi. Spalare fango insieme, aiutare chi ha perso tutto, diventa una forma di comunicazione profonda, che trasmette solidarietà e costruisce legami di fiducia. Questi giovani hanno dimostrato che, di fronte alla crisi, il dialogo può trasformarsi in azione, rompendo le barriere tra estranei e creando una comunità di intenti.

La valorizzazione delle differenze

Un altro punto centrale di Insieme è l’importanza di riconoscere e integrare le differenze. I giovani italiani che si sono uniti alla popolazione locale hanno affrontato non solo una barriera linguistica e culturale, ma anche le diverse modalità con cui ciascuno viveva l’emergenza. Eppure, proprio queste differenze sono state la forza del loro operato: l’unione di energie, competenze e prospettive ha permesso di affrontare il disastro in modo più efficace.

La cooperazione come abilità appresa

Sennett osserva che la cooperazione è un’abilità che si sviluppa attraverso esperienze pratiche. Questi giovani, molti dei quali già impegnati in reti internazionali come l’Erasmus, hanno probabilmente interiorizzato l’idea di lavorare insieme e sostenersi reciprocamente, grazie alla loro esposizione a contesti multiculturali. Le loro azioni dimostrano che, se incoraggiata e coltivata, la cooperazione può fiorire anche nelle situazioni più difficili.

La solidarietà come risposta alla frammentazione sociale

In un’epoca spesso caratterizzata dall’individualismo e dalla frammentazione, episodi come questo rappresentano un esempio concreto di come la solidarietà possa ricostruire legami sociali. Richard Sennett ci ricorda che la cooperazione è fragile e richiede un impegno continuo per essere mantenuta. Questi giovani ci insegnano che, nonostante le difficoltà, è possibile andare oltre l’egoismo e lavorare insieme per il bene comune.

In conclusione

L’alluvione a Valencia e la risposta dei giovani volontari, come avvenuto in tante altre situazioni di alluvioni o terremoti, ci mostrano che l’arte dell’essere insieme, come descritta da Sennett, non è un’utopia, ma una realtà tangibile. È una lezione per tutti noi, un invito a praticare la cooperazione non solo nelle emergenze, ma anche nella vita quotidiana. In un mondo sempre più interconnesso, la solidarietà non è solo un atto altruistico, ma una necessità per costruire una società più equa e resiliente.

  1. Corrado Zunino, Alluvione di Valencia, tra i giovani italiani che spalano il fango: “Basta con le bugie sulla generazione pigra” <https://www.repubblica.it/esteri/2024/11/07/news/alluvione_valencia_giovani_italiani_spalano_fango_interviste-423602881/> ↩︎
  2. Richiard Sennet, Insieme – Rituali, piaceri, politiche della collaborazione, Gianfranco Feltrinelli Editore, Milano, 2014 ↩︎

Giornata Internazionale della Salute Mentale

In occasione di questa ricorrenza, il Presidente Mattarella sottolinea che «il pregiudizio e la disinformazione che la circondano impediscono a molti di farsi aiutare… E il fenomeno è ancora più preoccupante quando interessa giovani che… si trovano ad affrontare una pressione spesso insostenibile». Mattarella
La sfida della salute mentale dei giovani è una delle più urgenti, anche perché oggi molti di loro un lavoro stabile non lo hanno, aggravando l’insicurezza del futuro.

Giornata internazionale della salute mentale

I sociologi da tempo hanno individuato che l’evoluzione sociale attuale mette in crisi i modelli di formazione dell’identità delle nuove generazioni, con inevitabili conseguenze per la loro salute mentale. Antonella Spanò (2018)1 osserva: «In conseguenza delle profonde trasformazioni economiche e sociali, la transizione all’età adulta appare ben più ardua che nel passato… La fine del lavoro full time-full life ha condannato un’intera generazione alla precarietà».

Ulrich Beck descrive bene questo fenomeno: «Le forme tradizionali e istituzionali… vanno perdendo di significato ed efficacia. Ai nostri giorni, è dagli individui che si pretende il controllo di inquietudini e timori… Da quest’obbligo crescente a elaborare da sé l’insicurezza sorgono nuove richieste all’indirizzo delle istituzioni sociali» (Beck, 2008)2.

David Lazzari, Presidente del Consiglio Nazionale Ordine Psicologi, evidenzia: «Oggi siamo nella società ‘fluida’… Le scelte si sono moltiplicate e con esse anche l’ansia verso una realtà non ben definita… la realtà fisica è stata in gran parte sostituita dalla realtà virtuale».

  • Antonella Spanò, Studiare i giovani nel mondo che cambia, Introduzione, Franco Angeli Edizioni, Milano, 2018 ↩︎
  • Ulrich Beck, Costruire la propria vita, Il Mulino, Bologna, 2008 p.115 ↩︎